martedì 12 gennaio 2010

Julia Hartwig a Roma

Simona mia cara,
ieri ho scambiato due parole con un amico e mi è rimasta in bocca la sensazione un po' cretina di aver cinguettato come un'oca, per di più l'amico in questione lavora fianco a fianco con Sua Maestà, quindi insomma... Ma l'argomento era da cinguettìo, ti giuro. Il fatto è che quando vien fuori di parlare di qualcuno o di qualcosa che per me sono stati o sono fonte di emozioni scoperte, di entusiasmo, quando parlo di un maestro o di un'intima amica, insomma, quando ancora la stima la sento fresca nelle mani, quando ne conosco i suoni e gli odori, insomma, mi capita un eccesso di entusiasmo, soprattutto quando l'altro non sa di chi diavolo io stia parlando e non c'è alcuna condivisione di quell'entusiasmo è come se tramite altro volessi far passare qualcosa. Certo, il cinguettìo palmipedo non è la scelta più brillante. Allora stamani pensavo di dirti qualcosa di lei, di Julia Hartwig, prima che il 2 ti trascini, truccata, pettinata e coi tacchi a conoscerla. Quando ti parlo di qualcuno due su tre è un poeta polacco e anche questa volta non mi contraddico, figuriamoci, anche se lei non ha solo scritto poesie, o, come dice lei in uno dei suoi adorabili aforismi ''Com'è che si possono scrivere poesia e prosa, ma non si può scrivere prosa e poesia?'' - e di qui mi verrebbe subito di metterti la poesia della splendida Szymborska con il tavolino dei poeti... ma poi mi prendi a seggiolate, lo so -, insomma lei ha insegnato in America, in Canada, a Parigi, e, come dice lei stessa, ha scritto poesia e prosa. Poi, come chiaro che sia, è una donna bellissima, ha 88 anni, i capelli sempre raccolti con una treccia e uno chignon da sintesi elegantissima di un mondo che non esiste più e ha uno sguardo che mi sembra di vedere la mia nonna, la mia mamma, le mie più care amiche e me stessa come vorrei essere tra cent'anni, non perché lei sia così anziana, ma perché mi pare che tra me e lei ci sia un secolo di esperienze, di vita, di lucidità.
Ti ho tradotto una delle ultime poesie, tra l'altro pubblicate dal Krynicki di ieri,

Tendiamo l'orecchio

Come cantano bene le piccole nazioni
Ma non è il coro che ci delizia
solo il canto di quell'uno
che canta la sua verità
e non pensa ad essa per stupire

Come mai non volete più cantare
anime cantanti
nascoste dietro la vostra lieve tristezza
in una silenziosa attesa
alla quale basta un canto

Non c'era bisogno di una tale crudeltà
per esporci al disprezzo e alla derisione
I demoni del massacro e un tuono stellare
hanno messo a tacere la ninna nanna.


Ah, e poi, scusa, un'ultima cosa, ma sfogliando il libro ne ho visto un altro di questi aforismi sehr süss,
''Mamma, mi compri un panino''
Ascoltando questo mi vien da pensare che sia la più bella frase del mondo.

Da cinguettìo, no?



Cara Irene,
tu così poetica, io così galvanizzata dai libri di cucina!
Tu conosci Trish Deseine? è una irlandese  del '64 che si è trasferita a Parigi e lì ha cominciato a pubblicare nel 2000 libri di cucina per l'editore Marabout alcuni di enorme successo come Je veux du chocolat! del 2002 che ha vinto il World Gourmand Cookbook Award e venduto 500.000 copie.
Non è una di quelle signore che cucinano e fanno libri e basta: ha quattro figli (beata lei) e ci si dedica pure! 
Questo libro che ho io "I love torte" è fantastico perché inizia con la foto dell'attrezzatura necessaria per cimentarsi in cucina e poi è tutto un dolce, da sentirsi male! Noi tre già ne abbiamo fatto uno, il più facile ovviamente: quando vieni a Roma te ne faccio uno medio-difficile, ok?
Vabbè vado a prendere Caterina alla Scuola con la s maiuscola e mentre ci vado mi chiedo: ma perchè quando si va da Ikea si comprano tutte cose stupide e/o inutili e sempre e comunque ma dico sempre e comunque CANDELE?

3 commenti:

  1. e io le stampelle per gli abiti, quelle di legno chiaro che vendono otto insieme...pare non bastino mai

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  2. Sai, Sua Maestà era anche Sua Maestà delle candele e io da allora faccio fatica a tollerarle. Mi sembra di voler creare una situazione finta, una specie di scenografia dove... vabbp, p una mia idiozia. Perché in effetti le candele son belle e per i mesi che sono stata senza lampada sul comodino ho letto proprio al lume di una di loro, ed era molto süss addormentarsi col puzzino di zolfo di candela spenta.

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  3. Anch'io Athena, anch'io, stampelle come se piovesse! simo

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