martedì 2 febbraio 2010

Vivere dégagé

Cara Irene, sei sparita o cosa?
IO HO DECISO: dopo un anno di straniamento, cercherò semplicità e leggerezza.
Prova ad ascoltare Charlotte Gainsbourg e poi capirai cosa significa quello che sto dicendo...io ne vado matta!
Prova a vedermi, a prendere i bimbi a scuola con blazer fluido su gonna alla caviglia...
Prova a venire qui a cena e sentirai che delizia! Comfort food e cassette biologiche..
Prova a vedere Alice nel paese delle meraviglie!
Prova prova prova!


p.s. e a Roma dal 18 febbraio al 16 maggio, c'è da vedere una mostra di fotografie interessante alla Galleria nazionale d'arte moderna, "Donna:avanguardia femminista negli anni 70".


lunedì 25 gennaio 2010

Lampade alogene

Care Irene,
giornata fredda oggi che non ti dico e senza luce: mentre i bambini ballano la salsa vestiti con tutù da danza, io mi danno con una cavolo di lampada alogena lunga e stretta, delicata peggio di un cristallo di Boemia, che mi hanno detto che se la tengo troppo in mano scoppia. Si è fulminata e la devo sostituire. Peggio che lavorare in miniera!
Appunto, parliamo di ferramenta e negozi di prodotti elettrici. Ci sei mai entrata? Da impazzire....ho aspettato circa un'ora, prima di ricevere domande atroci, tipo: "la vuole a 130W ma con consumo fino a 200W?" "se non dovesse entrare vuole limare gli estremi della lampada di allaccio???" ed io pensavo: "con la lima delle unghie"?
Madonna bona, ma quanto guadagnano gli elettricisti? Misà che cambio lavoro.....


venerdì 22 gennaio 2010

Poesia e lavoro


Ciao Simo,

ma come stai? Mi preoccupo... Ieri la mia stella grande ha passato il tardo pomeriggio alla Gemäldegalerie e poi ha dormito da un'amica, mentre la piccina mi è rimasta tra le braccia sul divano mentre guardavamo la Fabbrica del cioccolato, quello con Gene Wilder. Voglio un cappello come Willy Wonka! Ma dai mammaaaa, mi fa lei la diavola.
Ti allego una poesia di Patrizia Cavalli, che se no con me pare che il mondo cominci e finisca coi confini polacchi, invece no... ci sono anche i paesi profondamente influenzati dalla terra del pierogo. Ok, smetto.


Di essere ormai adulta l'ho capito
da come la notte vado al gabinetto.
Sicura di tornare al grande caldo, prima
era un'interruzione quasi a occhi chiusi,
veloce e trasognata. Ora è un viaggio lento
e freddo, staccato dal sonno, dove guardo
sapendo di guardare le stesse mattonelle
lo stesso muro screpolato, lo stesso secchio
lasciato in mezzo al corridoio,
e confusa nell'estatico disordine
riconosco il percorso in un codice
di piccoli sussulti finché mi riconsegno
a un tiepido torpore castigato.

da ''Poesie'', Einaudi 1999

Cara Irene,
sono sparita, sì. Ma per poco.
Giusto il tempo di capire qualcosa in più.
E comunque è ufficiale, il primo marzo torno a lavorare.

martedì 19 gennaio 2010

Martedì di scoperte

Mia cara adorata Simo,
mi sono chiusa fuori di casa questa mattina, ma vabbè, perché sembrava che la giornata cominciasse malissimo, invece no, perché la mia fatina nachbarina era in casa e tutto si è risolto, persino con un bel caffè. Ed è stato un piacere rientrare in casa, Mattia nella cuccia mi aspettava con questo sguardo che sembra una corda, una fune alla quale mi si aggrappa e ormai è tutto sguardo e uno straordinario zaino da lavare per una bella banana spiaccicata dentro. Che cosa le faccio? Cosa si fa ad una bambina di sei anni che ha il 34 di piede e veste due taglie meno di me quando spiaccica una banana nella tasca dello zaino e se la dimentica pure per tre giorni? Cosa le faccio? Certo, nulla, le lavo lo zaino, rido e me la bacio.
Stamani sono su di giri perché Sua Maestà è partito e invece di lasciarmi la macchina in bilico sopra un ponte e in mezzo alla neve sai che cosa ha fatto? Me l'ha portata sotto casa. No, davvero Simo, se vedessi Mattia che balla la break dance con una maschera di John Travolta mi stupirei di meno. Sotto casa, da non credere.
Buona giornata tesoro! Stamani Mina.
Ir



Cara Irene,

Artista: Claudio Baglioni

Testo: Niente più 

Tu sei quel respiro
che mi toglie ancora il fiato
il solo nome che mi viene
come cerco le parole
e ho visto nubi andare altrove
e tu sei il cielo che è restato
la luce che piange negli occhi
quando piove con il sole
Tu sei la neve che ha imbiancato
i giorni grigi di una storia
la primavera che ha svegliato
il tuo profumo che ho in memoria
Tu..sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente come prima..
Tu sarai per sempre
il mio peccato originale
in questa corsa per la vita
tu sei il mio lavoro nero
ed io non posso farne a meno
farmi di te
e farmi male
far tardi a leggere la notte
i tuoi pensieri col pensiero
Tu sei quel cagnolino ignaro
che ho lasciato per la strada
e da quel giorno pago caro
e che mi segue ovunque vada
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente più di prima..
Se torni qui
tu non tornare
siamo frecce
da non voltare
foglie sul viale
che non puoi ridare
al loro ramo
il passato è sale
si scioglie a dar sapore al futuro

quello che più

non si perde
non perdere
quel che c'è oltre il muro
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente dopo e prima
tu che non fai rima tu
niente più...
niente più...
niente più....

 

giovedì 14 gennaio 2010

Trastevere e risotto alle rape bianche

Cara Irene,
poche righe. Solo per tenerti aggiornata e dispiacermi insieme a te delle vittime, tante, del terremoto ad Haiti.
Oggi ho portato la piccola Caterina a Trastevere, a fare una passeggiata e a vedere la libreria Bibli. Però non è stata un'idea geniale, adesso è ancora più raffreddata, faceva un freddo!
Adesso cuciniamo un risotto alle rape bianche che abbiamo trovato nella fantastica cassetta BIO, e aspettiamo che la febbre arrivi anche a Nick mano lesta.

Tu?

Cara Simo,
io, io mi perdo, lo sai. Però nello smarrimento ho scovato una mail che spedii tempo fa dove allegavo una meravigliosa poesia di Montale, consigliatami una sera di belle chiacchiere dal mio amico Marco, che ha sempre il riferimento puntuale per ogni attimo. Eccola,

A questo punto, dal ''Diario del '71 e '72''

A questo punto smetti
dice l'ombra.
T'ho accompagnato in guerra e in pace e anche
nell'intermedio,
sono stata per te l'esaltazione e il tedio,
t'ho insufflato virtù che non possiedi,
vizi che non avevi. Se ora mi stacco
da te non avrai pena, sarai lieve
più delle foglie, mobile come il vento.
Devo alzare la maschera, io sono il tuo pensiero,
sono il tuo in-necessario, l'inutile tua scorza.
A questo punto smetti, strappati dal mio fiato
e cammina nel cielo come un razzo.
C'è ancora un lume all'orizzonte
e chi lo vede non è un pazzo, è solo
un uomo e tu intendevi non esserlo
per amore di un'ombra. T'ho ingannato
ma ora ti dico a questo punto smetti.
Il tuo peggio e il tuo meglio non t'appartengono
e per quello che avrai puoi fare a meno
di un'ombra. A questo punto
guarda con i tuoi occhi e anche senz'occhi.



Notevole, no?
Ti bacio
Ir

mercoledì 13 gennaio 2010

Febbre, torta di mele e punti interrogativi

Cara Irene,
oggi suppongo ti scriverò a più riprese: giornata in casa! Caterina ha la febbre ed è talmente una novità che quasi siamo contente, non mi ricordo più quando l'ha avuta l'ultima volta, forse a nove mesi? Dunque per festeggiare l'evento-malanno, cosa di meglio che preparare una torta di mele vintage ferrarese e scrivere di proprio pugno gli inviti al suo birthday party? La novità poi è ancora più nuova perchè siamo in casa sole, senza Niccolò...che, udite udite, è a scuola!!!
Ieri sera sono stata a cena con un mio ex "storico" o, dirai tu, "stoico"(?): buona la cena, bella la serata, goliardate e vino a go go! Bello uscire con gli ex fidanzati, tutti nuovi e rinnovati....

Cara Simo,
oggi la giornata è stata ben grigia fino all'arrivo di sant'Athena, che come sempre mi raddrizza e mi rimescola. Rientrando da scuola frignavo come una ragazzina e mi tremavano le mani che nemmeno riuscivo a leggere. Ierinotte ho fatto sogni orribili e mi son poi sentita peggio di un lampione rotto su una stradina di campagna, camminavo e mi sembrava di aver le lampadine penzolanti... Poi la mia fatina mi ha dato un par di schiaffi, due parole, una rassettata e dopo una passata di furia d'ordine in casa siamo uscite a vedere la mostra di Cranach, che non è stata nulla di che, ma in compenso ho preso un libro sui castelli del Brandeburgo su cui programmeremo le prossime gite bambinoprincipesche.
Dura Simò, spesso è dura.
Ir

martedì 12 gennaio 2010

Julia Hartwig a Roma

Simona mia cara,
ieri ho scambiato due parole con un amico e mi è rimasta in bocca la sensazione un po' cretina di aver cinguettato come un'oca, per di più l'amico in questione lavora fianco a fianco con Sua Maestà, quindi insomma... Ma l'argomento era da cinguettìo, ti giuro. Il fatto è che quando vien fuori di parlare di qualcuno o di qualcosa che per me sono stati o sono fonte di emozioni scoperte, di entusiasmo, quando parlo di un maestro o di un'intima amica, insomma, quando ancora la stima la sento fresca nelle mani, quando ne conosco i suoni e gli odori, insomma, mi capita un eccesso di entusiasmo, soprattutto quando l'altro non sa di chi diavolo io stia parlando e non c'è alcuna condivisione di quell'entusiasmo è come se tramite altro volessi far passare qualcosa. Certo, il cinguettìo palmipedo non è la scelta più brillante. Allora stamani pensavo di dirti qualcosa di lei, di Julia Hartwig, prima che il 2 ti trascini, truccata, pettinata e coi tacchi a conoscerla. Quando ti parlo di qualcuno due su tre è un poeta polacco e anche questa volta non mi contraddico, figuriamoci, anche se lei non ha solo scritto poesie, o, come dice lei in uno dei suoi adorabili aforismi ''Com'è che si possono scrivere poesia e prosa, ma non si può scrivere prosa e poesia?'' - e di qui mi verrebbe subito di metterti la poesia della splendida Szymborska con il tavolino dei poeti... ma poi mi prendi a seggiolate, lo so -, insomma lei ha insegnato in America, in Canada, a Parigi, e, come dice lei stessa, ha scritto poesia e prosa. Poi, come chiaro che sia, è una donna bellissima, ha 88 anni, i capelli sempre raccolti con una treccia e uno chignon da sintesi elegantissima di un mondo che non esiste più e ha uno sguardo che mi sembra di vedere la mia nonna, la mia mamma, le mie più care amiche e me stessa come vorrei essere tra cent'anni, non perché lei sia così anziana, ma perché mi pare che tra me e lei ci sia un secolo di esperienze, di vita, di lucidità.
Ti ho tradotto una delle ultime poesie, tra l'altro pubblicate dal Krynicki di ieri,

Tendiamo l'orecchio

Come cantano bene le piccole nazioni
Ma non è il coro che ci delizia
solo il canto di quell'uno
che canta la sua verità
e non pensa ad essa per stupire

Come mai non volete più cantare
anime cantanti
nascoste dietro la vostra lieve tristezza
in una silenziosa attesa
alla quale basta un canto

Non c'era bisogno di una tale crudeltà
per esporci al disprezzo e alla derisione
I demoni del massacro e un tuono stellare
hanno messo a tacere la ninna nanna.


Ah, e poi, scusa, un'ultima cosa, ma sfogliando il libro ne ho visto un altro di questi aforismi sehr süss,
''Mamma, mi compri un panino''
Ascoltando questo mi vien da pensare che sia la più bella frase del mondo.

Da cinguettìo, no?



Cara Irene,
tu così poetica, io così galvanizzata dai libri di cucina!
Tu conosci Trish Deseine? è una irlandese  del '64 che si è trasferita a Parigi e lì ha cominciato a pubblicare nel 2000 libri di cucina per l'editore Marabout alcuni di enorme successo come Je veux du chocolat! del 2002 che ha vinto il World Gourmand Cookbook Award e venduto 500.000 copie.
Non è una di quelle signore che cucinano e fanno libri e basta: ha quattro figli (beata lei) e ci si dedica pure! 
Questo libro che ho io "I love torte" è fantastico perché inizia con la foto dell'attrezzatura necessaria per cimentarsi in cucina e poi è tutto un dolce, da sentirsi male! Noi tre già ne abbiamo fatto uno, il più facile ovviamente: quando vieni a Roma te ne faccio uno medio-difficile, ok?
Vabbè vado a prendere Caterina alla Scuola con la s maiuscola e mentre ci vado mi chiedo: ma perchè quando si va da Ikea si comprano tutte cose stupide e/o inutili e sempre e comunque ma dico sempre e comunque CANDELE?

lunedì 11 gennaio 2010

Poesie

Cara Simo,
buondì. Sono in partenza per una lunga marcia russa con Mattia, ha smesso di camminare povero tesoro, le zampe davanti non gli rispondono più, ma co'sta neve la macchina non si può che lasciar parcheggiata e quindi partiremo a suon di baci, di carezze e di una mezza sega col cappello verde (io) che barcollerà sui marciapiedi per questo enorme canone nero con lo sguardo da bambino in braccio. Ma va bene così, se lo tengo in braccio posso dirgli sottovoce tutte le cose dolci che si merita perché ho le sue orecchione pelose vicine, e probabile che smetta di piangere.
Quindi, per farmi forza e per augurarti una buona giornata, ti allego un paio di poesie polacche che stamani avevo in mente, le prime due sono di Krynicki, che oltre a scriver bella poesia ne pubblica anche, perché non solo è un poeta ma anche un editore, la terza è della straordinaria Szymborska, te l'ho ritradotta, perché l'italiano adelphi la rende un po' storta secondo me.

Prendimi
Prendimi nel tuo sogno.
Ch'io rimanga in esso.
Che in esso mi rigiri,
finché non mi scioglierò
sotto le tue palpebre.

Silenziosa, saettante
Silenziosa, saettante
aria di primo autunno
brilla dalla finestra.
Mi manchi.

Divorzio
Per i bambini la prima fine del mondo nella vita.
Per il gatto un nuovo padrone.
Per il cane una nuova padrona.
Per i mobili scale, fracasso, carico e scarico.
Per le pareti dei quadrati chiari sotto i quadri tolti.
Per i vicini di casa del piano terra un argomento, una pausa nella noia.
Per la macchina meglio se erano due.
Per la narrativa, la poesia - va bene, prendi quello che vuoi.
Peggio con l'enciclopedia e con l'impianto video,
e con quel manuale di corretta scrittura,
dove forse ci sono le indicazioni sulla questione dei due nomi -
se ancora unirli con la congiunzione ''e'',
o invece dividerli con un punto.

Esco, con questo sapore in bocca di fine del mondo che non mi va via, rimane lì, in gola.



Cara Irene,
dicono tutto. 
Intendo, le poesie.

domenica 10 gennaio 2010

Calma, silenzio

Cara Simona,
ho digitato male e m'è venuto fuori Sion, fico Sion!, vabbè. Mia cara Simo, riemergo adesso come una balena stanca da questi due giorni. Finalmente un attimo di pace per scriverti, grazie ai Playmobil e alla camera ritrovata. Adavale è rientrata stamani e non ieri, sotto questa tempesta di vento nevoso non era il caso attraversare la città e io ero ko per una giornata di mercato sotto 'sto freddo, ho perso la voce e mi fanno male tutte le ossa. Ma lo sai che nella schiena ci sono una miriade di ossi e ossicini? Oh, e me ne son resa conto stamani, che mi fanno male uno per uno.
Ieri sera però abbiamo superato il silenzio dell'Adavale lontana e io e Mirta siamo andate a letto molto romantiche, poi, mentre stava per addormentarsi si gira, mi guarda smorfiosa e felice e mi fa
''Mi sognavo che Leonardo mi teneva così e mi faceva la ninna nanna'' e con le braccine a cucchiaio mima di tenere in braccio qualcuno e dondolarlo.
''ah sì!??'' dico io
''Sì. Io ero una fata e lui un powerranger''
''Buonanotte cucciolina, è bello avere un amico''
E buona giornata a te, amica mia.
Ir


Cara Irene,
ti invidio davvero, qui di calma e silenzio manco a parlarne!
Quando vivevo in Sudafrica ad inquinare silenzio e profumi...era solo il canto stridulo ed antipatico di alcuni uccellacci che ci svegliavano all'alba, simili a struzzi, di cui non ricordo mai il nome ecchepperò oggi mi mancano assai!
Tu non lo sai ma a Roma all'Auditorium c'è il festival delle scienze 2010, magie tecnologiche e ricerca scientifica, io me la vado a vedere una conferenza e non mi prendere per matta, dovrò tornare prima o poi a lavorare, no?
Oggi porto Caterina e Niccolò ad una festicciola in un casale di campagna a Sacrofano, ridente paesino sulla strada statale Flaminia, abbiamo fatto il pacchettino regalo con la nostra giftwrap preferita di Mù&Me, roba sudafricana da impazzire! dai un'occhiata sul w-e-b- e poi mi dici.
Ti prometto che nei prossimi post inizierò a pubblicare anche fotografie ma tu promettimi in cambio che mi consiglierai un buon manuale di storia contemporanea, che prima di riprendere a lavorare voglio farmi una ripassatina. Bello il verbo "Ripassare", "ripassare la lezione di storia", "ripassare la geometria", nel diario scolastico: "ripasso". Te lo ricordi, no? Ma esiste?


Simo! Una ripassata? Nel sedere la si dà, la ripassata. Ma che sei matta? I manuali sono la miglior carta per il camino e te mi ti vuoi mettere a sfogliarne uno? O mon dieu. Dopo una quindicina di partite a Uno adesso ci separiamo per un'oretta, io leggo loro disegnano. Così trovo il tempo di finire questo palloso libro che vorrebbe essere la storia intima scritta da una donna, ma la mano d'uomo che racconta secondo me tradisce le paure per esperienze e quindi sono fatti raccontati e non fantasmi e, a dirla tutta, l'è un naufragio completo. Divertente sai che? E' la storia della veglia di una moglie al marito inerme, che giace in coma a occhi aperti. Lei vive per lui e cerca di accudire quel corpo ormai staccato dalla vita, hanno due figlie, ma la storia si svolge tra lei e lui. Lui c'è, ma non esiste più, lei sta lì e vive per lui, intorno a lui, con lui e solo lui è il centro della vita di lei... No, nulla, divertente è che mi sia stato regalato da chi marito mio avrebbe potuto essere. Bel regalo, non c'è che dire. Ecco, in questo caso, forse, il manuale di storia contemporanea sarebbe stato meglio, pur non avendo un camino. Un camino! Ecco cosa davvero sarebbe un bel regalo!! Anche simbolico! ''Eccoti un camino. Riscaldati, bruciando quello che vuoi.''
Ti bacio, e vado, che magari quello a un certo punto si risveglia e magari se la ripassa... ecco, che pure questo c'è di significato, al verbo ripassare e, oddio, sinceramente una botta di sesso narrato in questo clima di paralisi farebbe bene.
Ir



Ire, dai, non essere volgare.
Questo è un blog per personcine a modo.

giovedì 7 gennaio 2010

Ritorni a scuola e ritornelli

Cara Irene,
più si cerca di scansarlo e più esiste. Oggi su Repubblica un articolo molto interessante sui "bachi dell'orecchio" o earworms, in tedesco ohrwurm, una parola che rende bene l'idea di quelle melodie capaci di attaccarsi al nostro cervello anche e soprattutto quando non lo vogliamo (volare oh oh, cantare oh oh, vamos a la playa oh,oh,oh,oh)).
Uno studio pubblicato sul British Journal of Psycology svela il mistero per liberarsene: i tentativi di cancellarli fanno raggiungere l'effetto contrario. Meglio distrarsi!
Oggi comunque sono iniziate le scuole dopo le vacanze, la Scuola con la s maiuscola per Caterina, ed una scuola con la s minuscola per Niccolò. Minuscola perchè non ci siamo proprio, non mi piace e fino a giugno prossimo purtroppo dovrà essere così.
Per non pensarci però mi sono iscritta ad uno di questi gruppi (www.zolle.it) che ricevono cassette di spesa biologica a casa, io riceverò la Zolla tutti i martedi, ricordatelo eh!
Salutami le piccole e non cantare la Macarena!



Simo mia cara,
la macarena? Matta. E invece le canzonette che mi rimangono nell'orecchio io le adoro, perché sono sempre canzoni o filastrocche che riguardano le mie bimbe stelline, sono parole che cantano loro e quindi, come tutto quel che le riguarda, mi strappa sempre un mezzo sorriso ebete innamorato, che secondo me dona.
Qui continua a nevicare e io continuo a scivolare sul ghiaccio. Io, le bimbe, il cane, si prende tutti certe culate... Oggi sono rientrata a lavoro, come i tuoi a scuola ed è stato un giorno molto affettuoso con il mio vicino Frank, che è arrivato qui dall'Africa tanti anni fa e mi raccontava con la voce dolce di come sua moglie cucini la carne e di quanto si sentano soli ora che i figli sono usciti di casa. Mi parlava e guardava davanti a sé, tanto che mentre lui parlando vedeva i colori di casa sua a me faceva vedere la camera vuota della figlia, le finestre chiuse, l'ordine intatto di chi non vive più lì e vedevo anche la moglie che resiste solo qualche giorno senza carne e poi la ricompra, come lui fa con le sigarette e li vedevo che si sorridevano, la sera, mangiando insieme.
Ah, domani l'Adavale andrà alla sua prima festa vera! E ha solo sei anni! Pensa che cosa commovente, una festa di carnevale dove si travestono e ballano con tanto di pernottamento serale tra amiche sul lettone! E lei ovviamente me lo racconta con una gioia che le si illumina il viso e non vede l'ora e mi dice tutto quello che si immagina accadrà, e io per questo mi commuovo. Le ho detto che domani le prendo lo spumante per bambini, perché quando ci si presenta ad una festa si porta del buon vino, no?
E per acquietare la sorella non invitata le ho promesso di ripetere anche noi una festa di carnevale la prossima settimana, o quella dopo va'...
Vado a letto,
mi manchi
Ir

mercoledì 6 gennaio 2010

Mercoledì di neve

Simo tesoro buondì,
rientro adesso, ho portato a scuola le bimbe e in Ubahn stavo finendo ''Melma'', di Wojciech Kuczok. Simo, prendilo, leggilo, regalalo perché è bellissimo. Lo leggo in italiano, è uscito da Forum ed è pure ben tradotto , credo, sembra una scrittura molto difficile e, sebbene mi par gli sia scappato un ''mariuolo'' che di slang polacco ha ben poco, credo abbia fatto un bel lavoro. Me lo ha regalato un amico che difficilmente fa errori libreschi e me lo ha preso dopo averlo letto, quindi potevo immaginare, ma vabbè. L'autore era piuttosto giovane, 32 anni, quando il libro è uscito e come accade in quel paese letterariamente meraviglioso che è la Polandia, un bel libro seppur scritto da un giovane vince i due premi più importanti e più seri del paese e un povero cristo che entra in libreria può comprare a occhi chiusi il libro del vincitore sicuro di avere in mano un gran bel libro... lo si potesse fare in Italia. Alla fine ieri l'ho cercato in tedesco perché volevo regalarlo, ma non l'ho trovato e ho preso Reisefieber di Lozinski. Stessa storia, giovanissimo, straordinario, ben pubblicato, pluripremiato. Però Lozinski in italiano non c'è, e peccato perché forse ti sarebbe piaciuto ancora di più.
Scappo, che fuori nevica e faccio tardi.
Mille baci di buona giornata,
ah, stasera dicono le bambole che si faranno le crèpes.
Ir



Cara Irene,
che bella la neve e che bella Berlino.
Io devo organizzarmi meglio. Credi sia possibile che alle 10,30 di un mattino di gennaio fratello (two years old) e sorella ( almost five) ancora in pigiama giochino sul terrazzo con i pinguini, la lavatrice sia impazzita, nella loro stanza sia impossibile entrare se non a turno, ed io mi sia anche comprata un libro dal titolo "Organize now! a week-by-week guide to simplify your space and your life"?????????
Dura la vita per le mamme self-made!
Meno male che esistono Charlie and Lola a consolarci, più casinisti di loro non ce n'è..
Li conosci, no? Non hai mai visto "I will not ever never eat a tomato"?

martedì 5 gennaio 2010

Ouverture

Cara Irene,
iniziare il nostro blog un giorno prima dell'arrivo della Befana avrà forse un oscuro significato, presagio di qualcosa? Scusami sai, ma qui a Roma la giornata è uggiosa ed in mattine e tempi come questi i miei pensieri..altro che acrobazie!
Hai messo via agrifogli e candeline rosse di Natale, preparate le calze?
Io sono abbastanza contenta: mio fratello mi ha regalato un libro di Benedetta Tobagi, il suo primo. "Come mi batte forte il tuo cuore: storia di mio padre".
Te ne parlerò.
E comunque non c'è verso: bisogna chiuderla una volta per tutte con la stagione dei dubbi.



Simo tesoro mio,
vero, chiudiamo questa stagione di dubbi e apriamone una nuova, che in fondo i dubbi servono, solo che se rimangono gli stessi diventiamo odiose, no?
La Befana! Sono una torda! Qui non esiste, nessuno ne parla e io quasi quasi me la scordavo! Ma poco male, ho preso due librini di Babar alla Fayette oggi e darò alle bambole quelli, così li leggiamo e ci prepariamo al 16, quando andremo a teatro a vederlo marionetta, quell'elegantone d'un elefante.
A proposito di Fayette, ho avuto una conversazione col libraio secondo cui la Polonia sarebbe un paese di filosofi e logici, ma non di poeti... Poeti? Quali poeti? Diceva. Ma forse era ubriaco, pochi minuti prima cercava di convincermi che la biografia di Irène Némirovsky non è ancora stata tradotta in francese e si trova solo in tedesco.
Amor,
ti strabacio e vado a portar fuori il cane
Ir