lunedì 25 gennaio 2010
Lampade alogene
venerdì 22 gennaio 2010
Poesia e lavoro
Di essere ormai adulta l'ho capito
da come la notte vado al gabinetto.
Sicura di tornare al grande caldo, prima
era un'interruzione quasi a occhi chiusi,
veloce e trasognata. Ora è un viaggio lento
e freddo, staccato dal sonno, dove guardo
sapendo di guardare le stesse mattonelle
lo stesso muro screpolato, lo stesso secchio
lasciato in mezzo al corridoio,
e confusa nell'estatico disordine
riconosco il percorso in un codice
di piccoli sussulti finché mi riconsegno
a un tiepido torpore castigato.
da ''Poesie'', Einaudi 1999
martedì 19 gennaio 2010
Martedì di scoperte
Artista: Claudio Baglioni
Testo: Niente più
Tu sei quel respiro
che mi toglie ancora il fiato
il solo nome che mi viene
come cerco le parole
e ho visto nubi andare altrove
e tu sei il cielo che è restato
la luce che piange negli occhi
quando piove con il sole
Tu sei la neve che ha imbiancato
i giorni grigi di una storia
la primavera che ha svegliato
il tuo profumo che ho in memoria
Tu..sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente come prima..
Tu sarai per sempre
il mio peccato originale
in questa corsa per la vita
tu sei il mio lavoro nero
ed io non posso farne a meno
farmi di te
e farmi male
far tardi a leggere la notte
i tuoi pensieri col pensiero
Tu sei quel cagnolino ignaro
che ho lasciato per la strada
e da quel giorno pago caro
e che mi segue ovunque vada
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente più di prima..
Se torni qui
tu non tornare
siamo frecce
da non voltare
foglie sul viale
che non puoi ridare
al loro ramo
il passato è sale
si scioglie a dar sapore al futuro
quello che più
non si perde
non perdere
quel che c'è oltre il muro
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente dopo e prima
tu che non fai rima tu
niente più...
niente più...
niente più....
giovedì 14 gennaio 2010
Trastevere e risotto alle rape bianche
Cara Simo,
io, io mi perdo, lo sai. Però nello smarrimento ho scovato una mail che spedii tempo fa dove allegavo una meravigliosa poesia di Montale, consigliatami una sera di belle chiacchiere dal mio amico Marco, che ha sempre il riferimento puntuale per ogni attimo. Eccola,
A questo punto, dal ''Diario del '71 e '72''
A questo punto smetti
dice l'ombra.
T'ho accompagnato in guerra e in pace e anche
nell'intermedio,
sono stata per te l'esaltazione e il tedio,
t'ho insufflato virtù che non possiedi,
vizi che non avevi. Se ora mi stacco
da te non avrai pena, sarai lieve
più delle foglie, mobile come il vento.
Devo alzare la maschera, io sono il tuo pensiero,
sono il tuo in-necessario, l'inutile tua scorza.
A questo punto smetti, strappati dal mio fiato
e cammina nel cielo come un razzo.
C'è ancora un lume all'orizzonte
e chi lo vede non è un pazzo, è solo
un uomo e tu intendevi non esserlo
per amore di un'ombra. T'ho ingannato
ma ora ti dico a questo punto smetti.
Il tuo peggio e il tuo meglio non t'appartengono
e per quello che avrai puoi fare a meno
di un'ombra. A questo punto
guarda con i tuoi occhi e anche senz'occhi.
Notevole, no?
Ti bacio
Ir
mercoledì 13 gennaio 2010
Febbre, torta di mele e punti interrogativi
Cara Simo,
oggi la giornata è stata ben grigia fino all'arrivo di sant'Athena, che come sempre mi raddrizza e mi rimescola. Rientrando da scuola frignavo come una ragazzina e mi tremavano le mani che nemmeno riuscivo a leggere. Ierinotte ho fatto sogni orribili e mi son poi sentita peggio di un lampione rotto su una stradina di campagna, camminavo e mi sembrava di aver le lampadine penzolanti... Poi la mia fatina mi ha dato un par di schiaffi, due parole, una rassettata e dopo una passata di furia d'ordine in casa siamo uscite a vedere la mostra di Cranach, che non è stata nulla di che, ma in compenso ho preso un libro sui castelli del Brandeburgo su cui programmeremo le prossime gite bambinoprincipesche.
Dura Simò, spesso è dura.
Ir
martedì 12 gennaio 2010
Julia Hartwig a Roma
lunedì 11 gennaio 2010
Poesie
domenica 10 gennaio 2010
Calma, silenzio
Simo! Una ripassata? Nel sedere la si dà, la ripassata. Ma che sei matta? I manuali sono la miglior carta per il camino e te mi ti vuoi mettere a sfogliarne uno? O mon dieu. Dopo una quindicina di partite a Uno adesso ci separiamo per un'oretta, io leggo loro disegnano. Così trovo il tempo di finire questo palloso libro che vorrebbe essere la storia intima scritta da una donna, ma la mano d'uomo che racconta secondo me tradisce le paure per esperienze e quindi sono fatti raccontati e non fantasmi e, a dirla tutta, l'è un naufragio completo. Divertente sai che? E' la storia della veglia di una moglie al marito inerme, che giace in coma a occhi aperti. Lei vive per lui e cerca di accudire quel corpo ormai staccato dalla vita, hanno due figlie, ma la storia si svolge tra lei e lui. Lui c'è, ma non esiste più, lei sta lì e vive per lui, intorno a lui, con lui e solo lui è il centro della vita di lei... No, nulla, divertente è che mi sia stato regalato da chi marito mio avrebbe potuto essere. Bel regalo, non c'è che dire. Ecco, in questo caso, forse, il manuale di storia contemporanea sarebbe stato meglio, pur non avendo un camino. Un camino! Ecco cosa davvero sarebbe un bel regalo!! Anche simbolico! ''Eccoti un camino. Riscaldati, bruciando quello che vuoi.''
Ti bacio, e vado, che magari quello a un certo punto si risveglia e magari se la ripassa... ecco, che pure questo c'è di significato, al verbo ripassare e, oddio, sinceramente una botta di sesso narrato in questo clima di paralisi farebbe bene.
Ir
giovedì 7 gennaio 2010
Ritorni a scuola e ritornelli
Simo mia cara,
la macarena? Matta. E invece le canzonette che mi rimangono nell'orecchio io le adoro, perché sono sempre canzoni o filastrocche che riguardano le mie bimbe stelline, sono parole che cantano loro e quindi, come tutto quel che le riguarda, mi strappa sempre un mezzo sorriso ebete innamorato, che secondo me dona.
Qui continua a nevicare e io continuo a scivolare sul ghiaccio. Io, le bimbe, il cane, si prende tutti certe culate... Oggi sono rientrata a lavoro, come i tuoi a scuola ed è stato un giorno molto affettuoso con il mio vicino Frank, che è arrivato qui dall'Africa tanti anni fa e mi raccontava con la voce dolce di come sua moglie cucini la carne e di quanto si sentano soli ora che i figli sono usciti di casa. Mi parlava e guardava davanti a sé, tanto che mentre lui parlando vedeva i colori di casa sua a me faceva vedere la camera vuota della figlia, le finestre chiuse, l'ordine intatto di chi non vive più lì e vedevo anche la moglie che resiste solo qualche giorno senza carne e poi la ricompra, come lui fa con le sigarette e li vedevo che si sorridevano, la sera, mangiando insieme.
Ah, domani l'Adavale andrà alla sua prima festa vera! E ha solo sei anni! Pensa che cosa commovente, una festa di carnevale dove si travestono e ballano con tanto di pernottamento serale tra amiche sul lettone! E lei ovviamente me lo racconta con una gioia che le si illumina il viso e non vede l'ora e mi dice tutto quello che si immagina accadrà, e io per questo mi commuovo. Le ho detto che domani le prendo lo spumante per bambini, perché quando ci si presenta ad una festa si porta del buon vino, no?
E per acquietare la sorella non invitata le ho promesso di ripetere anche noi una festa di carnevale la prossima settimana, o quella dopo va'...
Vado a letto,
mi manchi
Ir
mercoledì 6 gennaio 2010
Mercoledì di neve
martedì 5 gennaio 2010
Ouverture
Simo tesoro mio,
vero, chiudiamo questa stagione di dubbi e apriamone una nuova, che in fondo i dubbi servono, solo che se rimangono gli stessi diventiamo odiose, no?
La Befana! Sono una torda! Qui non esiste, nessuno ne parla e io quasi quasi me la scordavo! Ma poco male, ho preso due librini di Babar alla Fayette oggi e darò alle bambole quelli, così li leggiamo e ci prepariamo al 16, quando andremo a teatro a vederlo marionetta, quell'elegantone d'un elefante.
A proposito di Fayette, ho avuto una conversazione col libraio secondo cui la Polonia sarebbe un paese di filosofi e logici, ma non di poeti... Poeti? Quali poeti? Diceva. Ma forse era ubriaco, pochi minuti prima cercava di convincermi che la biografia di Irène Némirovsky non è ancora stata tradotta in francese e si trova solo in tedesco.
Amor,
ti strabacio e vado a portar fuori il cane
Ir