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venerdì 22 gennaio 2010

Poesia e lavoro


Ciao Simo,

ma come stai? Mi preoccupo... Ieri la mia stella grande ha passato il tardo pomeriggio alla Gemäldegalerie e poi ha dormito da un'amica, mentre la piccina mi è rimasta tra le braccia sul divano mentre guardavamo la Fabbrica del cioccolato, quello con Gene Wilder. Voglio un cappello come Willy Wonka! Ma dai mammaaaa, mi fa lei la diavola.
Ti allego una poesia di Patrizia Cavalli, che se no con me pare che il mondo cominci e finisca coi confini polacchi, invece no... ci sono anche i paesi profondamente influenzati dalla terra del pierogo. Ok, smetto.


Di essere ormai adulta l'ho capito
da come la notte vado al gabinetto.
Sicura di tornare al grande caldo, prima
era un'interruzione quasi a occhi chiusi,
veloce e trasognata. Ora è un viaggio lento
e freddo, staccato dal sonno, dove guardo
sapendo di guardare le stesse mattonelle
lo stesso muro screpolato, lo stesso secchio
lasciato in mezzo al corridoio,
e confusa nell'estatico disordine
riconosco il percorso in un codice
di piccoli sussulti finché mi riconsegno
a un tiepido torpore castigato.

da ''Poesie'', Einaudi 1999

Cara Irene,
sono sparita, sì. Ma per poco.
Giusto il tempo di capire qualcosa in più.
E comunque è ufficiale, il primo marzo torno a lavorare.

lunedì 11 gennaio 2010

Poesie

Cara Simo,
buondì. Sono in partenza per una lunga marcia russa con Mattia, ha smesso di camminare povero tesoro, le zampe davanti non gli rispondono più, ma co'sta neve la macchina non si può che lasciar parcheggiata e quindi partiremo a suon di baci, di carezze e di una mezza sega col cappello verde (io) che barcollerà sui marciapiedi per questo enorme canone nero con lo sguardo da bambino in braccio. Ma va bene così, se lo tengo in braccio posso dirgli sottovoce tutte le cose dolci che si merita perché ho le sue orecchione pelose vicine, e probabile che smetta di piangere.
Quindi, per farmi forza e per augurarti una buona giornata, ti allego un paio di poesie polacche che stamani avevo in mente, le prime due sono di Krynicki, che oltre a scriver bella poesia ne pubblica anche, perché non solo è un poeta ma anche un editore, la terza è della straordinaria Szymborska, te l'ho ritradotta, perché l'italiano adelphi la rende un po' storta secondo me.

Prendimi
Prendimi nel tuo sogno.
Ch'io rimanga in esso.
Che in esso mi rigiri,
finché non mi scioglierò
sotto le tue palpebre.

Silenziosa, saettante
Silenziosa, saettante
aria di primo autunno
brilla dalla finestra.
Mi manchi.

Divorzio
Per i bambini la prima fine del mondo nella vita.
Per il gatto un nuovo padrone.
Per il cane una nuova padrona.
Per i mobili scale, fracasso, carico e scarico.
Per le pareti dei quadrati chiari sotto i quadri tolti.
Per i vicini di casa del piano terra un argomento, una pausa nella noia.
Per la macchina meglio se erano due.
Per la narrativa, la poesia - va bene, prendi quello che vuoi.
Peggio con l'enciclopedia e con l'impianto video,
e con quel manuale di corretta scrittura,
dove forse ci sono le indicazioni sulla questione dei due nomi -
se ancora unirli con la congiunzione ''e'',
o invece dividerli con un punto.

Esco, con questo sapore in bocca di fine del mondo che non mi va via, rimane lì, in gola.



Cara Irene,
dicono tutto. 
Intendo, le poesie.